Sangiaccato di Scutari

Sangiaccato di Scutari
Şkodra Sancağı
Sanxhaku i Shkodrës
Скадарски санџак
Sangiaccato di Scutari
Il sangiaccato evidenziato, fine del XIX secolo
Informazioni generali
CapoluogoScutari
Dipendente daBandiera dell'Impero ottomano Impero ottomano
Amministrazione
Forma amministrativaSangiaccato
Evoluzione storica
Inizio1479
CausaConquista dell'Impero ottomano di Scutari dalla Repubblica di Venezia
Fine30 maggio 1913
CausaDissoluzione
Preceduto da Succeduto da
Albania Veneta
Principato di Zeta
Principato di Albania

Il sangiaccato di Scutari[1][2], detto anche di Scodra[3][4] o Skodra[5] (in albanese Sanxhaku i Shkodrës; in serbo Скадарски санџак?; in turco İskenderiye Sancağı o İşkodra Sancağı) era uno dei sangiaccati dell'Impero ottomano. Fu fondato dopo la conquista ottomana di Scutari dopo l'assedio della città nel 1478-1479. Fino al 1867 era compreso nell'Eyalet di Rumelia, quando divenne parte, insieme al sangiaccato di Skopje, della nuova suddivisione amministrativa del Vilayet di Scutari. Nel 1912 e all'inizio del 1913 fu occupato dai membri della Lega Balcanica durante la prima guerra balcanica. Nel 1914 il territorio del sangiaccato di Scutari entrò a far parte del Principato d'Albania, istituito sulla base del trattato di pace firmato durante la Conferenza di Londra nel 1913.

  1. ^ Nuovo dizionario geografico universale statistico-storico-commerciale, Antonelli, 1833, p. 272. URL consultato il 5 ottobre 2021.
  2. ^ Agostino Borromeo, Pierantonio Piatti e Hans Ernst Weidinger, Europa cristiana e Impero Ottomano: Momenti e Problematiche, Hollitzer Wissenschaftsverlag, 26 novembre 2020, p. 66, ISBN 978-3-99012-187-0. URL consultato il 5 ottobre 2021.
  3. ^ Istoria della Grecia dal 1740 al 1824 di F. C. H. L. Pouqueville: 1/ di F. C. H. L. Pouqueville, dai torchi dell'Osservatore medico, 1837, p. 24. URL consultato il 5 ottobre 2021.
  4. ^ Storia della rigenerazione della Grecia dal 1740 al 1824 di F.C.H.L. Ponqueville. Tomo 1 \\-?!, 1825, p. 29. URL consultato il 5 ottobre 2021.
  5. ^ Riccardo Predelli, I libri commemoriali della Republica di Venezia: Regestri, Cambridge University Press, 8 marzo 2012, p. 94, ISBN 978-1-108-04631-2. URL consultato il 5 ottobre 2021.

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